Spesso si parla di solidarietà femminile in modo troppo negativo e troppo positivo. Ma che cos’è davvero? 

Solidarietà femminile è un termine coniato negli anni ’70 e indica la complicità tra le donne, importante in un contesto in cui esse sono ancora sottovalutate. Solidarietà significa fare squadra, aiutarsi a vicenda per raggiungere obiettivi comuni, come l’affermazione dei propri diritti. è un concetto nato successivamente all’utilizzo del termine sorellanza da parte della scrittrice Kate Millet, esponente del movimento femminista degli anni ’70. è un termine assolutamente positivo, ma spesso oggi viene calato in un contesto estremamente diverso dal suo significato vero e proprio. 

 group of people sitting on gray concrete stairs

Complicità tra donne: esiste? 

Tutti scrivono di solidarietà femminile, ma nessuno chiede il parere delle donne. Spesso questo termine assume o un’accezione solamente negativa o eccessivamente positiva. C’è chi sostiene che essa sia solo un mito che bisogna sfatare: le donne sono invidiose le une delle altre e non riuscirebbe a fare squadra come gli uomini, perché la gelosia non permette loro di spalleggiarsi a vicenda. I commenti precedenti, che molte volte si leggono sui giornali e si sentono nelle conversazioni, sembrano essere un po’ estremi e generalizzati fin troppo. Dall’altro lato c’è chi non mette in discussione la capacità delle donne di volersi bene in ogni ambito e ad ogni costo, senza approfondire alcuni contesti in cui la complicità non potrebbe mai nascere, perché non utile ai fini personali. Con questo preambolo non si vuole dare ragione ad una delle due parti, ma porsi nel mezzo. La solidarietà femminile esiste ed un concetto meraviglioso, che quando si verifica è visibile al mondo. Le donne sono capaci di sostenersi a vicenda e lo dimostra la loro storia: insieme sono riuscite a vincere delle battaglie che sembrano essere troppo grandi per una sola persona. Esse si uniscono nel dolore facendosi forza l’una con l’altra; basti pensare alle vittime di violenza, che si confrontano quotidianamente, scambiandosi lacrime e sorrisi; ma sono capaci di unirsi anche nella gioia: un semplice esempio sono le madri che condividono i piccoli problemi della vota o ancora le studentesse e le lavoratrici che fanno squadra per costruire progetti migliori.

La complicità esiste e tutte le donne sono capaci di stringere forti legami, oltrepassando i concetti di invidia e gelosia, che da troppo tempo sono a loro associati. L’unione tra donne è una realtà assolutamente positiva, ma non è l’unica verità possibile. Ci sono contesti in cui l’unione potrebbe risultare ipocrisia: in alcuni ambiti professionali, caratterizzati dalla competizione, è normale voler primeggiare per raggiungere obiettivi unicamente personali. Questo, però, non deve far confondere la determinazione in alcuni contesti con la cattiveria. Quante volte si sente dire che le donne sono cattive e antagoniste tra di loro: nelle loro azioni, soprattutto nelle amicizie, c’è sempre un fine diverso dal bene e questa è un’opinione comune. Ma quanto è facile generalizzare senza andare a fondo nelle cose?  Ci si chiede mai cosa pensano davvero le donne della solidarietà e in quali contesti essa nasce? 


Su un piccolo campione di 10 donne di età compresa tra 20 e 50 anni, solo una di esse ha espresso un’opinione completamente negativa riguardo al tema della solidarietà femminile, affermando che essa non esiste. Il soggetto ha fatto riferimento alla sua storia di vita personale, condividendo la difficoltà che ha riscontrato nel tempo nel creare rapporti di amicizie femminili. Tutte le altre hanno interpretato il tema in questione da diversi punti di vista, calando il concetto in più contesti. Esse condividono l’opinione secondo cui la solidarietà non sia una realtà assolutamente certa e inconfutabile, ma semplicemente un punto di incontro che non sempre si può trovare. 

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