Le pari opportunità iniziano dall’educazione familiare e scolastica. La famiglia è il primo luogo nel quale i ruoli sociali vengono perpetuati. È qui che spesso vengono assegnati alle ragazze i compiti di accudimento e collaborazione familiare che dovranno presumibilmente impersonare nei futuri nuclei familiari. Ancora oggi in molte famiglie italiane non vengono consentite alle ragazze le stesse autonomie concesse ai figli di sesso maschile e ciò non fa altro che rinforzare quegli stereotipi di genere ampiamente diffusi nella società odierna. È pur vero, però, che le nuove generazioni di genitori abbiano una maggiore attenzione nel crescere bambine e bambine al di fuori degli schemi e dei ruoli perpetrati dalla società patriarcale, favorendo una maggiore uguaglianza e promuovendo l’abbattimento degli stereotipi.

Anche la scuola rappresenta un importante luogo di educazione di ragazzi e ragazze e in cui è necessario trasmettere i valori di uguaglianza e parità di genere. Nel corso degli anni però non sempre è stato così, e le disuguaglianze si evincevano sin dall’accesso all’istruzione. 

A partire dagli anni Sessanta si è assistito ad un riequilibrio in tal senso e ciò ha contribuito in maniera significativa all’affermarsi del ruolo della donna nella società ed alla crescita della società stessa. I percorsi scolastici determinano, infatti, il futuro di ogni persona contribuendo in maniera decisiva a determinarne i livelli salariali ed il ruolo sociale. L’emancipazione della donna nella società è andata di pari passo con l’aumento della sua scolarizzazione. Negli ultimi venti anni si è, in Italia, colmato il gap tra i generi con il raggiungimento di un grado di istruzione sostanzialmente analogo tra uomini e donne. 

Vi sono però ancora casi di paesi in cui la scolarizzazione femminile è ancora molto bassa, in particolare quei paesi in cui domina un’ideologia di forte stampo patriarcale (come ad esempio i paesi islamici). Qui le donne sono segregate in casa, o destinate a un’educazione che riproduce i valori della subordinazione femminile e il controllo maschile sulla loro sessualità (si pensi alle mutilazioni genitali femminili). Questo tipo di realtà è presente in tutte le regioni meno sviluppate come Africa, nel medio Oriente, in Cina e in India (nonostante il rialzo della produttività industriale in questi paesi) è altamente preoccupante; meno marcata è invece nei paesi dell’America Latina e nei Caraibi.
Se è vero che in Italia è aumentata la scolarizzazione femminile, c’è però da sottolineare come sia ancora evidente fenomeno della segregazione di genere, ovvero la tendenza a separare i percorsi di studio e le carriere scolastiche in base a sesso per adesione a stereotipi socio culturali. È evidente, ad esempio, la scarsa adesione femminile a corsi di laurea di tipo tecnico-scientifico ancora legati ad un immaginario prettamente maschile, e viceversa la scarsità di componente maschile nei corsi di laurea a stampo umanistico o linguistico.

Vediamo, dunque, quanto l’educazione familiare e quella scolastica debbano andare di pari passo nella direzione dell’affermazione dell’uguaglianza di genere, nell’abbattimento degli stereotipi e nel cambiamento dei ruoli imposti dalla società.

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