Dal Senato arrivano buone notizie, è passata con l’unanimità alla Camera e al Senato la legge sulla parità salariale. 

“Una vittoria per tutte le donne che lottano per i loro diritti e un primo passo per l’Italia in questa battaglia di inclusione e civiltà.” dichiara la deputata del Pd Chiara Gribaudo, relatrice del provvedimento.

La situazione attuale in Italia

Dai numerosi studi effettuati è sempre emerso che il genere gioca un ruolo decisivo nell’influenzare gli stipendi. Si chiama Gender gap e può arrivare fino al 20% in meno nella busta paga della donna rispetto ai colleghi uomini. 

Leggi l’articolo sul gender gap economico

La situazione per le donne migliora nel settore pubblico, ma peggiora con l’aumentare del livello di posizione, tanto che solo il 28% dei manager sono donne.

Altri tentativi di parità salariale falliti

La parità di trattamento tra uomo e donna è già stata proclamata diverse volte, basti pesare alla legge 903 del 1977, alla 121 del 1991, al codice delle pari opportunità.

Già la Costituzione stessa garantisce che “la donna lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che spettano al lavoratore”.

Ma per l’appunto, anche se il principio è affermato da decenni, non è mai stato effettivamente rispettato.

Il contenuto della legge sulla parità salariale

Il disegno di legge approvato in questi giorni in Senato è quindi l’ennesimo tentativo di rendere effettiva una volta per tutte (si spera) la parità salariale.

Diventa obbligatorio per le aziende con più di 50 dipendenti e volontario per quelle più piccole, compilare un rapporto sulla situazione del personale ogni due anni. 

Questo rapporto sarà pubblico, e i dati saranno consultabili dai lavoratori, dai sindacati, dagli ispettori del lavoro, con sanzioni fino a 5mila euro per mancata o fallace trasmissione dei dati.

In questo modo sarà possibile visionare se il proprio datore di lavoro o se l’azienda per la quale ci si vuole candidare rispettano le regole della parità. Le aziende quindi saranno spinte a impegnarsi a mantenere alta la loro reputazione nei confronti delle donne, ma anche nei confronti dei clienti. 

La possibilità di accedere a questi dati metterà a nudo tutte le eventuali discriminazioni. 

La luce in fondo al tunnel verso la fine delle disparità

La strada per l’uguaglianza tra uomini e donne è ancora lunga e deve cambiare la mentalità prima ancora delle leggi.

Ma nel frattempo possiamo iniziare a gioire di questo importante passo in avanti a tutela di tutte le lavoratrici discriminate, sottopagate e penalizzate in quanto donne, soprattutto se giovani.

Un punto di svolta per milioni di donne lavoratrici, una legge che garantisce i diritti di ciascuna sul luogo di lavoro, dal reclutamento alla retribuzione fino alle opportunità di carriera.