Il kintsugi è un’arte di origine giapponese, letteralmente significa “riparare con l’oro”, e consiste nel riparare stoviglie o vasi rotti tramite l’utilizzo di lacche unite a polveri di metalli preziosi come l’oro – appunto- o l’argento. 

Un po’ di storia

Quella del kintsugi è una tecnica che iniziò a svilupparsi nel XV secolo durante il quale, secondo una leggenda, il militare Ashikaga Yoshimasa, dopo aver rotto la sua tazza da tè preferita commissionò gli artigiani di ripararla per poter continuare ad utilizzarla. 

Il risultato sarà non solo efficiente, ma anche bello da vedere. 

Significato filosofico

Oltre ad essere funzionale dal punto di vista artigiale, il Kintsugi ha in sè un significato filosofico. Se paragonassimo un vaso, una tazza o un qualsiasi materiale da dover riparare, alla nostra vita, potremmo cogliere il senso della parola “resilenza”. 

Come alla tazza può capitare di rompersi, così nella vita possiamo cadere e ferirci, l’importante è sapersi rialzare e riparare agli errori, proprio com’è possibile fare con i cocci di un vaso.

Il kintsugi e il body positive

Negli utlimi anni, soprattutto sui social, è stata sponsorizzata quest’arte per incoraggiare le persone, le donne soprattutto, a non vergognarsi o nascondersi per i propri difetti fisici, come ad esempio le smagliature o le cicatrici.

Sono molte le foto che compaiono sul web (esempio il post instagram di @nilufaraddati), di donne che si “colorano” di oro nei punti “difettosi” del proprio corpo, cercando di renderli belli e unici. Quella cicatrice ricoperta di metalli preziosi testimonia come la vita non è perfetta, che a volte ci riserva delle cadute a seguito delle quali bisogna rialzarsi e reagire. 

Molte sono le donne che magari post-parto non riescono più a sentirsi a proprio agio con il nuovo corpo ricoperto da smagliature e cicatrici, segni che possono essere tanto brutti, quanto belli per aver portato la nascita di un figlio. 

Non bisogna fare altro che trasformare questi difetti nelle nostre caratteristiche, e convincerci che sono proprio questo a renderci uniche e preziose. 

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