La minigonna: qual è il suo potere, perché è diventata simbolo di emancipazione femminile e quanto è amata oggi dalle donne.

La nascita della minigonna risale precisamente al 1963 per opera della stilista britannica Mary Quant, la quale decise di mostrarla nella vetrina dello storico negozio “Baazar” a Londra. La stilista credeva che questo tipo di indumento potesse essere molto più comodo e pratico rispetto al tipico abbigliamento femminile. Effettivamente la vestibilità mette in luce il potere della minigonna, che lascia libere le gambe, permettendo a chi la indossa un movimento più semplice. Il nome proviene dalla traduzione del sostantivo inglese mini-skirt, che comincia ad affermarsi notevolmente nel corso degli anni ’60, comparendo per la prima volta in un articolo umoristico del 1962, che la descriveva come un capo di abbigliamento molto discusso. Già all’epoca il potere della minigonna comincia a farsi strada, diventando uno dei temi centrali nella società. 

Descrizione della minigonna

La minigonna, spesso chiamata anche solo mini, è un tipo di gonna che arriva sopra le ginocchia. E’ un indumento semplice, realizzato con poca stoffa. La sua lunghezza è variabile ed essa è realizzabile in qualsiasi tessuto. Inizialmente era perlopiù aderente, a volte con uno o due spacchi frontali. Oggi sono tantissimi i modelli di mini-skirt in commercio, adatti ad ogni tipo di personalità femminile. 

La minigonna: simbolo di emancipazione

Il potere della minigonna è nato con essa. Essa è simbolo di libertà ed emancipazione femminile. In un’epoca in cui le donne godevano di pochi diritti, non era minimante pensabile un tipo di abbigliamento che potesse scoprire completamente il loro corpo. La lotta per la gonna iniziò con Coco Chanel degli anni ’20, ma fu solo negli anni ’60 che essa cominciò a diventare popolare e successivamente quotidiana nell’abbigliamento femminile. La normalizzazione della gonna non fu una sfida semplice: in seguito alla sua nascita furono molte le critiche provenienti in particolar modo dal mondo maschile. Veniva considerata un capo degradante, un indumento indecoroso, disonorevole, addirittura umiliante per le donne stesse. Le critiche diventavano sempre più inadeguate e offensive; anche il Vaticano in quegli anni afferma che la minigonna era un capo inopportuno e non doveva far parte dell’abbigliamento femminile. Le donne però non si sono arrese e hanno continuato a combattere la loro battaglia di libertà, oltrepassando le critiche con il potere della solidarietà: furono molti i movimenti femministi che scendevano in campo per affermare il diritto di indossare qualsiasi cosa, senza essere giudicate. 

La minigonna oggi 

Oggi la minigonna è un capo di abbigliamento che si vede tutti i giorni. Essa è un indumento molto apprezzato dalle donne: non ha stagione, non ha età, è comoda e non è mai scontata. Oggi sono tanti i modelli realizzabili per ogni occasione e per qualsiasi personalità: che sia una mini a portafoglio, una gonna asimmetrica o a ruota, il suo potere è assicurato! A distanza di anni però non mancano le critiche che spesso sono simili a quelle passate. In molte culture è ancora proibita e c’è addirittura chi sostiene che la gonna sia esibizionismo e istigazione. Su questo tema sono ancora molti i dibattiti odierni che però non spaventano le donne. Esse continuano ad indossare gonne ed abiti corti, sensuali e sexy, senza annullare questa libertà che per molti anni non è stata loro concessa. Non è un abito a giustificare reati. Non è una gonna corta a giustificare offese. Non è la società a dover decidere l’abbigliamento.  Essa è stata motivo di lotta, è simbolo di emancipazione e libertà.  Il potere della minigonna deve essere visibile agli occhi del mondo e questo può succedere solo indossandola! 

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